La partecipazione esterna al mercato interno: ripensare ai modelli di cooperazione economica in Europa con Stati che non intendono aderire al progetto europeo
EUROJUS, 2022L’uscita dall’Unione europea del Regno Unito ha costretto le Istituzioni europee a ripensare a strumenti e principi che informano la cooperazione economica con Stati confinanti che non intendono aderire al progetto europeo. L’adesione allo Spazio economico europeo, a cui partecipano L’Unione, i suoi Stati membri e gli Stati membri dell’EFTA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia), ad eccezione della Svizzera, consentirebbe ad altri Stati europei ad economia avanzata una forma di partecipazione esterna al mercato interno. Tuttavia, il mercato interno sembra aver perso il suo fascino nell’ultimo decennio. Non solo il Regno Unito, una volta uscito dall’Unione, si è opposto a qualsiasi forma di partecipazione al mercato che limitasse la sua sovranità interna ed esterna, ma anche la Svizzera ha messo in discussione l’attuale intensa cooperazione economica con l’UE ponendo fine unilateralmente ai negoziati dell’accordo sul quadro istituzionale. Dopo otto anni di negoziati, il Consiglio federale svizzero si è rifiutato di firmare il trattato finale che avrebbe dovuto fornire una cornice giuridico istituzionale alla complessa relazione economica UE/Svizzera. Il presente lavoro si propone analizzare il modello dello Spazio economico europeo e le questioni giuridiche connesse alla partecipazione di uno Stato terzo al mercato interno per comprendere le ragioni che ne impediscono un’estensione ai due maggiori partner commerciali dell’Unione. L’analisi della giurisprudenza della Corte di Giustizia e della Corte EFTA porta a concludere che il livello di integrazione raggiunto all’interno dell’Unione europea impedisca una partecipazione esterna al mercato interno senza le limitazioni di sovranità proprie dell’adesione.